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Media Education

Nata dall’unione di due termini, Media, mass media e new media cioè universo della comunicazione e Education cioè attività di formazione, crescita, capacitazione ad agire, la ME è la concretizzazione dell’avvento sociale dell’informazione dettato da progresso tecnologico, sviluppo scientifico, trasformazioni sociali e culturali, percezione spazio – tempo, rapidità di cambiamenti e globalizzazione. Rappresenta anche la fusione tra due scienze, la Scienza delle comunicazioni (Media) e la Scienza della formazione (Education), praticamente l’utilizzo di forme espressive moderne per veicolare valori e principi educativi tradizionali. La ME è lo studio, l’insegnamento, l’apprendimento dei moderni mezzi di comunicazione ed espressione considerati come specifica ed autonoma disciplina nell’ambito della teoria e delle pratiche pedagogiche. I media diventano un supporto all’educazione (educare con i media) ma anche oggetto di studio (educare ai media), fanno parte del contesto sociale (se ci riferiamo all’educazione formale), extrascolastico (educazione socioculturale), profit (educazione professionale) e no profit (educazione socio assistenziale). I media modificano la struttura socio culturale, i modi di osservare ed analizzare, il modo di ragionare, i comportamenti, gli stili di vita e le abitudini, i modi di comunicare e relazionare.
Come giustamente sottolineato a Grunwald nel 1980 “ piuttosto che condannare o esaltare l’indubbio potere dei media dobbiamo accettare il loro significativo impatto e la loro importanza come un elemento della cultura del nostro tempo”. La ME è, allora, l’ambito della Scienza dell’educazione che si occupa di produrre riflessioni e strategie operative in ordine ai media intesi come risorsa integrale per l’intervento formativo. Le dinamiche del cambiamento determinate dai nuovi media hanno spostato il centro dell’attenzione sui comportamenti, i bisogni, le aspettative, le relazioni e le interazioni dei singoli. Tre sono gli elementi da considerare: gli attori sociali, le tribù scientifiche e le istituzioni. La prima forma di cambiamento sollecitata dalla comuncazione riguarda l’identità soggettiva ed ha sollecitato una sorta di rivoluzione interiore. I media non sono solo ambienti di trasmissione ma spazi di scambio, di condivisione di idee che condizionano l’identificazione individuale e collettiva del soggetto. I giovani hanno con tali nuovi media un rapporto quasi simbiotico, sono autonomi ed in grado di autoorienatrsi. Grazie a questi mezzi i giovani ricostruiscono le loro appartenenze simboliche e linguistiche in un quadro socioculturale spesso senza punti di riferimento stabili. Si inventano nuovi spazi di socializzazione. Restano alcuni aspetti critici: nuove forme di disuguaglianza socioculturale, scarsa diffusione di una cultura della comunicazione capace di alimentare la competenza all’uso. La scuola nella sua qualità di agenzia educativa dovrebbe accompagnare i giovani nell’evoluzione socioculturale moderna, osservare, indagare i cambiamenti, modificando le dinamiche di socializzazione per interpretare e soddisfare richieste nuove, moderne. Il naturale rapporto che i giovani hanno con i media non sempre garantisce una acquisizione consapevole di quanto stà oltre il semplice uso, per questo è necessaria una educazione progressiva alla comunicazione e ai linguaggi. Gli adulti, meno esperti , sono più resistenti ai cambiamenti, spesso non hanno gli strumenti cognitivi minimi per intraprendere, controllare, capire le trasformazioni. Su tutto questo l’educatore può intervenire trasformandosi in una figura trasversale tra Scienza della comunicazione e Scienza della formazione che cerca di educare nella società della conoscenza e della comunicazione. Il docente deve ricontestualizzare, nei linguaggi e nelle forme espressive proprie delle nuove tecnologie, l’insieme delle proprie competenze tecnologiche, didattiche, metodologiche ed organizzative trasformandosi ed integrando la propria mission educativa con le richieste di aggiornamento e cambiamento provenienti dal contesto sociale. Le Istituzioni devono fare la loro parte, contribuendo a formare nuove figure professionali in grado di gestire il sistema mediale. Non è più accettabile il fatto di trascurare e sottovalutare l’orientamento della comunicazione nel settore della formazione ed è indispensabile sanare il gap socioculturale scuola – cambiamenti moderni e quello intergenerazionale tra adulti e giovani.

[di DONATELLA GHELARDI]

Glossario

eMule
Client Peer To Peer (P2P) per rete eD2k, ideato nel 2002 da un certo Merkur. Sviluppato in C++ per ambienti Microsoft, è un programma Open Source, quindi a codice sorgente disponibile. La qualità del programma e la disponibilità del codice sorgente hanno fatto crescere fin da subito l’interesse di molti programmatori per il client, tanto da portare alla formazione di una delle più vaste comunità di utenti programmatori e utilizzatori mai vista per la rete. eMule è un programma completamente gratuito, non contiene spyware, malware o altre cose del genere. La comunità che gravita attorno ha fin da subito colto l’occasione per programmare propri eMule personalizzati, presto definiti Mods (versioni modificate). Lo sviluppo congiunto del team ufficiale e dei modders fa di eMule uno dei programmi con maggior tasso di crescita del panorama software degli ultimi tempi.

i-pod
Dispositivo di Apple per l'ascolto della musica acquistata e poi scaricata in Internet. Ne esistono vari modelli (originale, mini e shuffle) e di varie capacità di hard disk il più piccolo dei quali è di 1GB. Oggi questo dispositivo consente di vedere filmati in formato MPEG.

H3G
Società controllata dal gruppo Hutchison Whampoa di Hong Kong che si è aggiudicata nel nostro paese una delle licenze per la telefonia mobile di terza generazione. H3G sta realizzando passo dopo passo, tutti gli elementi che le consentiranno di lanciare i suoi servizi di terza generazione in Italia.

Messenger
Programmi che permettono l’instant messaging, ossia lo scambio in tempo reale, fra due o più utenti di computer connessi alla rete, di frasi e brevi testi, ma anche immagini, file e piccoli filmati.

protocollo IP (Internet Protocol)
Protocollo a livello rete nello stack OSI che fornisce le specifiche tecniche per l’indirizzamento, la frammentazione, la ricostituzione e la sicurezza dei dati trasferiti fra i computer host della rete.

Smartphone
Telefono cellulare che ha anche le funzioni e le potenzialità di un computer palmare in grado di operare con un sistema operativo completo ed autonomo quale Symbian OS, Smart Phone 2002, Crossfire o Palm OS.

snep.it
Spazio in rete interamente dedicato alle immagini scattate con il telefonino in una community "moblog", quasi un diario web delle immagini scattate con cellulari.

Skype
Applicazione gratuita da installare sul proprio computer per comunicare con altri utenti. Skype è un metodo di comunicazione veloce e semplice che consente di effettuare chiamate gratuite via Internet dal proprio computer.
Si può utilizzare la funzione di chat o di chiamata per comunicare con altri utenti e per effettuare chiamate si ha bisogno di altoparlanti e microfono oppure di una cuffia con microfono.

VOIP (Voice over IP)
Termine utilizzato per indicare sistemi di comunicazione telefonica che utilizzano il protocollo IP. Le sue caratteristiche principali sono l'utilizzo di una codifica digitale, anziché analogica come accade nel servizio telefonico tradizionale (PSTN), e l'utilizzo di un sistema di comunicazione a commutazione di pacchetto, a differenza di altri sistemi come ISDN che, pur essendo digitali, utilizzano la commutazione di circuito.
Il VoIP è una tecnologia che permette di instradare una comunicazione voce attraverso una normale connessione Internet. Si tratta di una tecnologia che consente una conversazione telefonica tramite una connessione internet o un’altra rete dedicata che utilizza il protocollo IP, anziché passare attraverso la normale linea di trasmissione telefonica (PSTN). Quando uno degli utenti collegati sta parlando, le informazioni vocali prodotte vengono instradate sulla rete dopo la loro conversione in pacchetti (in forma digitale). I vantaggi più significativi rimandano ai costi che sono contenuti sia per chiamate su lunghe distanze sia per la gestione delle infrastrutture. Infatti si evitano le centrali di commutazione e si economizza sulla larghezza di banda occupata.Le conversazioni VoIP non devono necessariamente viaggiare su internet ma possono anche usare come mezzo trasmissivo una qualsiasi rete privata basata sul protocollo IP, per esempio una LAN all'interno di un edificio o di un gruppo di edifici.
I protocolli usati per codificare e trasmettere le conversazioni VoIP sono solitamente denominati Voice over IP protocols.

Word
Programma di videoscrittura della Microsoft che fa parte del pacchetto Office.

youtube
noto servizio di condivisione di file video. Youtube è stata fondata nel 2005 da tre ex dipendenti di eBay, tra Febbraio ed Aprile 2005 fa la sua comparsa online ed inizia la sua escalation, dovuta in buona parte alla esponenziale diffusione della connessione Internet a banda larga.

Analisi blog

L’analisi del blog http://conoscenzaedintorni.blogspot.com/ effettuata utilizzando la barra dell’accessibilità evidenzia che la marcatura non è valida, ma anche che
· non sono presenta frame;
· tutte le immagini presenti non hanno un attributo alt, ma, per evitare informazioni inutili, solo le immagini informative dovrebbero avere un breve descrizione, mentre quelle decorative non dovrebbero avere alcun testo alternativo;
· coloro che hanno disattivato il supporto per JavaScript o utilizzano degli strumenti per la navigazione che non supportano JavaScript sono in grado di usare il blog;
· la pagina è ben strutturato e leggibile anche senza CSS;
· l’uso appropriato dei titoli permette agli strumenti di assistenza di creare una struttura del documento utile agli utilizzatori di lettori di schermo;
· il contrasto di colore, cioè la differenza tra la tinta e la luminosità dei colori in primo piano e quelli sullo sfondo, corretto permette di non aver problemi a leggere il testo a persone con difetti alla vista o che usano degli schermi monocromatici o in bianco e nero.

Accessibilità

Una piattaforma per blog accessibile diventa necessaria per permettere la consultazione e la collaborazione a utenti con disabilità o comunque utenti che usano schermi piccoli, connessioni lente, sistemi obsoleti ecc. Per accessibilità web si intende, infatti, la caratteristica che rende possibile accedere ai contenuti di un sito senza subire limitazioni o impedimenti e senza essere vincolati da particolari sistemi di navigazione. La Legge per l'accessibilità 04/2005, conosciuta come Legge Stanca dispone il rispetto di ben 22 requisiti fondamentali, che devono essere soddisfatti soprattutto dai siti delle Pubbliche Amministrazioni che forniscono informazioni ed erogano servizi mediante applicazioni Internet, sia di tipo BackOffice, sia tutto ciò che di fatto è Web Based.
L'elenco delle priorità è numeroso e varia secondo se il sito è nuovo o già pubblicato: occorre comunque la totale correttezza delle regole compilazione HTML o XHTML, la preferibile esclusione dei frame, la presenza di testo alternativo alle immagini e agli oggetti multimediali e particolare attenzione all'uso dei colori, delle animazioni, delle tabelle e all'accesso alternativo per i disabili. Lo scopo della legge, in applicazione del principio costituzionale di eguaglianza, è quello di abbattere le "barriere virtuali" che limitano l'accesso agli strumenti informatici.
L'accessibilità di un blog, come di qualsiasi altro tipo di sito web, non dipende mai solo dal software utilizzato per generarlo, ma dipende anche dalle scelte di grafica e di strutturazione dei contenuti fatte da chi lo aggiorna.
Esistono strumenti per il controllo automatico dell’accessibilità; sono usati generalmente dai principianti e sono ancora lontani dall’essere perfetti, ma sono utili come guida per ottenere una veloce e sommaria descrizione dell’accessibilità di un sito web.
La barra dell'accessibilità del team AIS ( Accessible Information Solutions) di Vision Australia, tradotta in italiano da Webaccessibile.org è disponibile gratuitamente come barra degli strumenti per Internet Explorer (versione 5 o successive). E’ un software pieno di utili strumenti in grado di aiutare che realizza siti Web per creare pagine accessibili. La barra si installa automaticamente sotto ai menu di navigazione di Internet Explorer e può essere visualizzata o nascosta agendo sul menu Visualizza/Barra degli Strumenti.
La barra dell'accessibilità è gratuita per uso personale e non commerciale.

blog collaborativo

Il Blog, o meglio weblog (web+log: diario di bordo sul web), è uno strumento di editoria personale sul web che ha visto un enorme sviluppo per la comunicazione in rete e può essere utilizzato anche nell'ambito della formazione in rete o collaborativa per le sue potenti caratteristiche che si richiamano al "social software".
Si è provato a fare delle classificazioni di blog possibili, rispetto al contenuto, e un riferimento di partenza può essere la classificazione elaborata da Gino Roncaglia: Rassegna e segnalazione, Commento, Narrazione e affini, Progettazione, Collaborativi e blogzine
Un blog può essere un ottimo strumento per raccogliere e distribuire informazioni su un progetto; ha in genere un prevalente scopo informativo, ma può anche diventare un vero e proprio strumento di lavoro collaborativo in quanto rappresenta una modalità semplice e comoda di gestione di contenuti al di fuori di siti strettamente personali. Infatti un blog non deve essere necessariamente espressione di un singolo autore ma può essere collaborativo e la responsabilità dell'inserimento dei contenuti può essere condivisa da un gruppo di 'redattori'.Ognuno di essi dispone di un proprio nome utente e di una password, attraverso cui inserire notizie e articoli.
Un blog può essere costruito anche senza ricorrere a strumenti particolari; vi sono quelli offerti dal sito di un fornitore di servizi che mette a disposizione degli utenti, via Web, un programma di gestione per weblog e un server centrale per ospitarne i contenuti. Siti di questo tipo permettono gratuitamente di creare e gestire il proprio blog direttamente sul server remoto, utilizzando un normale browser per l'inserimento dei contenuti: non occorre dunque, di norma, installare programmi o strumenti particolari sul computer di casa.
Per la costruzione del blog è possibile utilizzare il servizio in rete offerto da Blogger (http://www.blogger.com/). che permette di creare gratuitamente weblog, anche collaborativi in quanto il sistema permette di associare a un weblog un 'team' di redattori. Blogger propone una serie di semplici modelli grafici per la loro impaginazione, ma gli utenti più esperti possono facilmente crearne di propri, e consente di gestire il blog attraverso una semplice interfaccia web. I weblog creati possono essere pubblicati via FTP su qualunque sito esterno, oppure, in maniera ancor più semplice, sui server di Blogspot (http://www.blogspot.com/), un servizio di Web hosting direttamente controllato da Blogger; la pubblicazione su Blogspot è anch'essa gratuita, a patto di accettare un banner pubblicitario sulla testata del proprio weblog.

Report 1° attività (4)



Report 1° attività (3)



Report 1° attività (2)



Report 1° attività (1)



Report 1° attività (presentazione)



P.P. Pasolini - I medium di massa

3. Le linee della nuova media education

L’analisi dei quattro aspetti che abbiamo messo in evidenza porta a riflettere su alcuni capisaldi pedagogici acquisiti da anni dalle pratiche di Media Education. Ne individuiamo in modo particolare due.
In primo luogo, l’indicazione di optare sempre per un consumo condiviso, di creare contesti di consumo in cui l’uso dei media sia il più possibile sociale, di non facilitare l’isolamento del ragazzo nel suo mondo privato dotando la sua camera di televisore e connessione Internet, pare essere messa fortemente in discussione dal carattere portabile e fortemente personale delle nuove tecnologie. Come costruire situazioni di consumo condiviso del cellulare? Come far evolvere in senso sociale una tecnologia così fortemente personale? Come elaborare la prospettiva di un futuro prossimo in cui il cellulare si proporrà (già adesso lo è) come centrale multimediale di accesso a servizi multimodali (messaggeria, navigazione Internet, videofonia)? Microsoft sta studiando un sistema operativo per smartphone insieme a H3G e Skype: la compagnia di telefonia cellulare metterà a disposizione nella partnership la propria tecnologia per lo sviluppo della banda larga nella trasmissione di dati, mentre Skype cercherà di trasferire al cellulare il suo sistema VOIP per telefonare a basso costo in Internet. La scommessa è configurare ogni telefonino (di quarta generazione, o 4G) come un PC, con il suo numero di protocollo IP, per rendere disponibili servizi integrati ad alta velocità e a basso costo. La “bedroom culture” si trasforma in “pocket culture”, in cultura da tasca, perché il proprio mondo di connessioni e di pratiche sottratte al controllo dell’adulto il ragazzo se lo porterà con sé.
L’altro grande tema della Media Education che ci sembra fortemente messo in discussione dai nuovi media è il paradigma della lettura critica. Tradizionalmente educare ai media ha sempre significato
creare le condizioni perché il ragazzo sviluppasse competenze di lettura intelligente e consapevole dei media: nella misura in cui questo si verifica, si dovrebbe emancipare il soggetto dalla dipendenza nei confronti dell’agenda dettata dai media rendendolo capace di intuire i sottintesi ideologici, le iscrizioni politiche, le interferenze economiche che governano la produzione e la distribuzione dei messaggi. Proprio per questo motivo la semiotica e le tecniche di analisi testuale sono con il tempo diventate uno strumento prezioso per la Media Education, sia in funzione della lettura guidata (quella fatta dall’insegnante in classe) che del lavoro personale dello studente sui messaggi dei singoli media. Certo non sono mancate nella scuola esperienze di produzione mediale: dal Superotto alle videocamere digitali, il film-making e il video-making hanno costituito forme di esperienza didattica interessanti, producendo anche risultati apprezzabili; ma il costo degli strumenti, la scarsa disponibilità di software per la post-produzione, i tempi lunghi necessari non hanno mai incoraggiato gli insegnanti a sviluppare questo tipo di lavoro. I nuovi media e in particolare i videofonini insieme alla diffusione dei blog e dei servizi di social network (come youtube, flickr o snep.it) fanno compiere un balzo in avanti deciso alle possibilità di questo lavoro. Per un ragazzo “girare” un video e “pubblicarlo” in rete è diventato facilissimo; fare video in scuola non comporta più costi particolari perché ogni studente ha il suo telefonino e perché i servizi cui si faceva cenno sono gratuiti e di uso semplicissimo; il problema vero è educare la responsabilità di ragazzi che si ritrovano ad essere non più solo consumatori, ma autori, con tutto quel che questo comporta in relazione con l’etica del rappresentare.


Portabilità dei supporti e passaggio dalla lettura alla scrittura sono dunque le due principali sfide educative cui la Media Education deve rispondere di fronte alla diffusione dei New Media. Si tratta di due punti di attenzione che sul piano metodologico costituiscono parte di una New Media Education, intesa sia come educazione ai nuovi media che come nuovo paradigma, nuovo modo di pensare la Media Education. Di questa New Media Education mi sembra debbano far parte altri due aspetti, uno di tipo organizzativo, l’altro culturale.
Sul piano culturale le trasformazioni cui abbiamo accennato stanno modificando in profondità gli scenari culturali che le giovani generazioni contribuiscono a costruire. Tali scenari si configurano sempre più come media-culture.
Una media-cultura è una cultura caratterizzata dalla socializzazione orizzontale (la “dittatura della maggioranza”, come l’ha di recente battezzata Dominique Pasquier4), dalla ridefinizione delle logiche temporali (annullamento del passato, perdita del futuro, enfatizzazione del presente5), dalla integrazione e dalla sovraesposizione della comunicazione mediata nella vita individuale e sociale, dal prevalere della dimensione tattile ed emozionale, dal protagonismo – nell’appropriazione del sapere – di forme di lettura “brevi” (perché si contraggono i tempi dell’attenzione), intermittenti (perché lo zapping, il consumo a singhiozzo è la regola), nomadi (in relazione alla portabilità cui si faceva cenno).
Ora, è facile comprendere come questi aspetti non costituiscano più “uno” dei caratteri della cultura dell’adolescente: la definiscono piuttosto dall’interno. Analogamente la medialità è diventata pervasiva. Non è più confinabile al consumo di singoli media (che dava vita ai “vecchi” calcoli sul numero di ore passate davanti al televisiore): il ragazzo di oggi dorme con il cellulare in vibra-call perché gli SMS potrebbero arrivare a qualsiasi ora, si alza tenendo il televisore accesso sullo sfondo, va a scuola con il lettore mp3 in cuffia, fa i compiti con Messenger aperto sullo schermo del suo PC. I media sono parte della sua vita, canali normali attraverso cui passa la sua comunicazione, “tessuto” delle sue pratiche quotidiane.
Un dato questo che comporta un cambio anche organizzativo. Per anni il dibattito su come si dovesse introdurre la Media Education nella scuola è oscillato tra i fautori del disciplinarismo, cioè della necessità che diventi una materia curricolare come le altre, e della trasversalità, ovvero della possibilità di pensarla come un insieme di temi e di metodologie da “spalmare” sulle diverse discipline secondo le loro competenze (l’analisi dei testi all’italiano, lo studio dei linguaggi in funzione espressiva all’educazione artistica, lo studio delle tecniche e degli strumenti all’educazione tecnica, …). Ora, si capisce che se vale quanto abbiamo accennato a proposito delle media-culture, risulta difficile immaginare un solo aspetto dell’attività didattica ed educativa che possa non avere a che fare con i media. La Media Education “migra” dentro la didattica e l’intervento educativo, l’educazione nel suo complesso diventa Media Education. Un risultato che comporta un ripensamento radicale della formazione iniziale e in servizio degli insegnanti (ogni insegnante, nella misura in cui vive e lavoroa insieme ai suoi ragazzi in una media-cultura è un media educator) come delle scelte curricolari e organizzative delle scuole, dalla strutturazione del POF alla progettazione delle aule (con il superamento del modello delle aule dedicate – l’aula computer, il laboratorio audiovisivi – verso quello di una presenza diffusa dei media e delle tecnologie nelle singole classi).
Media Education --------------> New Media Education
Lettura critica -----------------> Educazione alla scrittura
Media residenti ----------------> Media portabili
Cultura dei media --------------> Media-cultura
Disciplinarismo/trasversalità ---> Educazione integrata
Media educator ----------------> Insegnante-media educator
Aule dedicate -------------------> Medialità distribuita


1 P. Pasolini, Scritti corsari, Garzanti, Milano 1990, p. 59.
2 Sul significato della Media Education (intesa come educazione ai, con e attraverso i media) e i suoi rapporti con la didattica e la ricerca educativa, cfr. P.C.Rivoltella, Media Education. Fondamenti didattici e prospettive di ricerca, La Scuola, Brescia 2005.
3 P. Ferri, Fine dei mass media, Guerini&Associati, Milano 2004.
4 D. Pasquier, Cultures Lyceénnes. La dcitature de la majorité, Autremont, Paris 2005.
5 G. Ardrizzo (a cura di), L’esilio del tempo. Mondo giovanile e dilatazione del presente, Meltemi, Roma 2003.